Per l’Università la business continuity è diventata più semplice

L’Università di Catania, la più antica della Sicilia, aveva la necessità di rinnovare il data center. Lo ha fatto scegliendo il software Nutanix, incrementando prestazioni e scalabilità, ma soprattutto semplificando la gestione dell’infrastruttura, con una business continuity più efficace.

SETTORE

Istruzione

BENEFICI

  • Semplicità di gestione
  • Maggior sicurezza e affidabilità
  • Prestazioni migliorate
  • Scalabilità

SOLUZIONE

Infrastruttura Iperconvergente Nutanix

  • 6 nodi Lenovo
  • Nutanix AOS

Applicazioni

  • Amministrazione
  • Siti Web
  • Didattica
  • Servizi bibliotecari

Fondata nel 1434 da Alfonso d’Aragona, re di Spagna e di Sicilia, l’Università di Catania inizia formalmente la propria attività dieci anni dopo, per opera del Papa Eugenio IV. Se inizialmente le facoltà erano solo tre (Teologia, Giurisprudenza e Medicina, Arti), oggi l’Ateneo vanta circa 40 mila gli studenti iscritti ai 101 corsi di studio: 45 lauree triennali, 7 lauree magistrali a ciclo unico e 49 corsi di laurea magistrale. A questi si affianca l’offerta formativa post laurea con 18 corsi di dottorato di ricerca, oltre 30 master di primo e secondo livello, le scuole di specializzazione per medici, archeologi, farmacisti, fisici, specialisti delle professioni legali e, infine, i corsi di perfezionamento per gli insegnanti.

Il personale, tra docenti, ricercatori e figure tecnico-amministrative, sfiora le 2.500 unità. Tutta questa popolazione (oltre naturalmente a quella degli studenti per alcune funzionalità) utilizza i servizi erogati da un sistema informativo che poggia su due data center, uno collocato all’interno degli uffici dell’Ateneo, l’altro nella cittadella universitaria. I due siti sono collegati in fibra ottica.

I vantaggi principali della tecnologia Nutanix sono sicuramente la facilità di gestione e la versatilità. Ma noi abbiamo apprezzato molto anche la possibilità di crescere poco per volta con l’IT, senza dover affrontare investimenti elevati, seguendo lo sviluppo dell’Ateneo.

LA SFIDA

Il rinnovamento per la continuità operativa

Nel 2018, Università di Catania decide di rinnovare completamente la propria infrastruttura IT, obsoleta e non più adeguata a sostenere la mole di richieste da parte degli utenti dei diversi servizi. “Avevamo un sistema di vecchia concezione”, racconta Gerardo Maiorano, IT Manager di Università di Catania, “e, nel rinnovarlo, volevamo cambiare paradigma, adottando l’iperconvergenza. Una delle esigenze prioritarie era implementare la business continuity: già allora utilizzavamo due siti, di cui uno per il disaster recovery, ma le procedure venivano azionate manualmente, ritardando non poco la ripresa dell’operatività”.

La libertà di scelta è sacra

Tra i “paletti” stabiliti da Università di Catania nell’impostare la gara tra i diversi partner e fornitori, gara che poi viene indetta ufficialmente nel 2020, ce n’è uno di importanza fondamentale: il reparto IT non si vuole legare a un singolo brand per l’hardware, ma vuole restare libero di poter scegliere. L’altro parametro tenuto in grande considerazione è la scalabilità: l’Ateneo vuole poter crescere a piccoli passi, diluendo l’investimento iniziale.

LA SOLUZIONE

La coppia Ricca IT e Nutanix vince la gara

La scelta di Università di Catania cade sul partner Ricca IT, con il quale l’Ateneo lavorava da anni, e sulla tecnologia Nutanix. Pur non avendo potuto toccare con mano i vantaggi dell’iperconvergenza, Maiorano decide sulla base della documentazione e del punteggio di gara.
“Ricca IT era uno dei nostri partner storici”, dice Maiorano, “mentre Nutanix rappresentava una novità assoluta. Ma noi eravamo tranquilli, perché sapevano che la multinazionale era leader del proprio mercato”.

Business Continuity in metro cluster

Il vecchio data center, sottodimensionato e ormai obsoleto, viene sostituito da 3 nodi Nutanix (su hardware Lenovo) collocati presso la sede centrale e altri 3 nodi installati presso una sede periferica. Come nella situazione precedente, i due cluster sono collegati attraverso una connessione in fibra (metro cluster). Completa la configurazione un server “witness”, che controlla in tempo reale la stabilità dei due siti. Sulla nuova infrastruttura, che sostiene circa 200 server virtuali, poggiano tutte le applicazioni gestionali e amministrative dell’Ateneo, oltre ai siti Web.

I RISULTATI

La semplicità di gestione al primo posto

Il reparto IT dell’Università di Catania è costituito da una decina di specialisti, ma le esigenze di docenti, impiegati e studenti sono tante e diversificate. Semplificare la gestione dell’infrastruttura hardware e software era quindi una priorità. “Senza dubbio”, spiega Maiorano, “abbiamo raggiunto l’obiettivo di rendere più facili tutte le attività di configurazione, manutenzione e aggiornamento, ma anche l’installazione di nuovi componenti hardware ora è decisamente più agevole: siamo passati da tempi misurabili in settimane a ore, avendo anche annullato il rischio di fermi macchina”.

Oggi il monitoraggio di tutta l’infrastruttura richiede l’intervento di una o due persone, un effort decisamente inferiore rispetto alla vecchia configurazione dei data center.

Prestazioni e sicurezza aumentano

“Gli utenti si sono accorti che i servizi sono più responsivi”, dice Maiorano, “sia negli uffici sia da remoto. Ma anche sicurezza e affidabilità sono sensibilmente migliori”.
Con la tecnologia Nutanix, tra le altre cose, la velocità di accesso ai dischi è aumentata molto, portando a livelli più alti sia le prestazioni di import/export dei dati verso organismi esterni, come ad esempio il Cineca, sia i tempi di backup: “prima il sistema impiegava più di 16 ore per completare il salvataggio dei dati, oggi ce ne vogliono solo 4, mentre parallelamente la quantità di informazioni è aumentata da 20 a 30 TB”, precisa Maiorano.

Con 3 nodi per ogni cluster, replicati nel sito di Disaster Recovery, infine, le probabilità di una perdita di dati sono praticamente nulle, e la continuità dei servizi è garantita.

IL FUTURO

Arriverà il VDI

Tra gli sviluppi previsti da Università di Catania, sfruttando le grandi doti di scalabilità della tecnologia Nutanix, c’è l’adozione della Virtual Desktop Infrastructure (VDI). “Al momento siamo fermi”, dice Maiorano, “ma solo a causa della crisi dei semiconduttori. La volontà di percorrere la strada del VDI c’è. Abbiamo anche previsto l’arrivo di nuovi nodi per potenziare l’infrastruttura al crescere dell’Ateneo, e guardiamo a un futuro di micro-servizi, che potrebbe indifferentemente essere implementato on-premise o in cloud, sfruttando la flessibilità di Nutanix”.