Uno sforzo corale per superare il lockdown

INAIL ha costruito negli anni un’architettura iperconvergente multi-brand che, in occasione della pandemia, ha permesso di abilitare lo smartworking per migliaia di dipendenti in pochi giorni 

Negli ultimi anni INAIL, Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, ha investito ed è cresciuta sensibilmente sul fronte dell’innovazione, arrivando a essere un punto di riferimento per la digitalizzazione della PA e diventando uno dei più autorevoli e attrezzati Poli Strategici Nazionali per le infrastrutture ICT. Il successo della strategia INAIL è dovuto, tra gli altri fattori, soprattutto alla lungimiranza del management e al fatto di aver puntato fin da subito sulle architetture iperconvergenti e sull’apertura al cloud.

SETTORE

Pubblica Amministrazione

BENEFICI

  • Semplicità di utilizzo associata a prestazioni elevate
  • Maggior robustezza e resilienza dell’infrastruttura 
  • Facilità e velocità di implementazione dello smartworking per migliaia di dipendenti

SOLUZIONE

Infrastruttura Iperconvergente Nutanix

  • 4 nodi HPE Proliant DX2200 (contenenti ciascuno 4 nodi DX170r)
  • 8 nodi HPE Proliant DX380
  • Nutanix AOS
  • Nutanix AHV
  • Nutanix Prism

Applicativi

  • Stack Citrix per applicazioni e desktop virtuali
  • Software di grafica

Il supporto è sicuramente il punto di forza di Nutanix: la loro squadra di ingegneri ci ha affiancato costantemente e ci ha permesso di evolvere in modo naturale da un’infrastruttura mono-brand relativamente piccola a una grande architettura iperconvergente multi-brand.

LA SFIDA

INAIL aveva una missione: divenire uno dei principali attori della trasformazione digitale del Paese. Per farlo ha deciso che la scelta migliore fosse quella di adottare architetture IT flessibili, scalabili e altamente performanti. “Le architetture aperte, ibride e iperconvergenti”, dice Anna Sappa, CTO di INAIL “rappresentano una delle basi su cui stiamo costruendo l’infrastruttura del nostro cloud ibrido, che ci permette di erogare efficacemente i servizi dell’Istituto e di avere un ruolo centrale come Polo Strategico Nazionale, anche scalando sui service provider pubblici”.

Nel 2020, l’evento che nessuno si aspettava: la pandemia e il relativo lockdown. Come tante altre organizzazioni pubbliche e private, INAIL ha dovuto mettere lo smart working a disposizione di migliaia di persone, velocemente e in sicurezza. “La maggior parte dei dipendenti non aveva l’attrezzatura per lavorare in modo affidabile ed efficiente da casa. Ma siamo stati fortunati”, ricorda Flavio Mancini, ICT Manager di INAIL “perché avevamo già esperienza di infrastrutture agili come Nutanix (adottate fino ad allora nella service control room dell’Istituto) e avevamo già adottato la tecnologia Citrix per realizzare soluzioni di Virtual Desktop Infrastructure (VDI)”.

La squadra vincente

In tempi rapidi, vengono organizzati POC, sfruttati contratti esistenti e attivate nuove acquisizioni, partendo comunque da un bagaglio di conoscenza e di esperienza che consente di accelerare i tempi, ricercando la squadra e il giusto costo ma partendo da un’idea relativamente chiara delle tecnologie da utilizzare. Il progetto vede impegnate un gruppo qualificato e affiatato di aziende: Nutanix e HPE sul fronte delle infrastrutture e Citrix per lo strato applicativo.

LA SOLUZIONE

“Per prima cosa”, prosegue Mancini, “abbiamo riconvertito l’hardware Nutanix che avevamo già a disposizione per erogare subito i servizi VDI con Citrix. Questo ci ha consentito di partire praticamente subito dopo il lockdown”. INAIL riesce quindi ad abilitare i PC personali di molti utenti e ad acquisire portatili “leggeri” per coloro che non avevano una dotazione sufficiente. “La POC per lo smart working è stata molto dura”, dice Mancini, “abbiamo stressato l’infrastruttura hardware e software ben oltre le esigenze, scoprendo che avevamo a disposizione un sistema molto resiliente, che ci avrebbe permesso di riprendere la continuità del business con un tempo di inattività minimo”.

Da casa si usa anche il CAD

Tra gli utenti in smart working ce ne sono alcuni, circa 40 , che utilizzano software di grafica e CAD. Fanno parte dell’ufficio preposto alla gestione dell’edilizia e dell’erogazione dei mutui ai dipendenti: anche i loro strumenti saranno a breve abilitati ad accedere tramite Citrix. “Oggi abbiamo due appliance con quattro nodi ciascuna”, spiega Mancini, “una nel sito primario di Via Santuario a Roma e l’altra nel sito secondario di Acilia di proprietà Telecom. Allo stato attuale siamo in fase di ultimazione delle configurazioni per erogare tramite i servizi Citrix l’utilizzo del software CAD”. “Abbiamo lavorato insieme a Nutanix e Citrix”, dice Anna Angelini, Enterprise Account Manager di HPE, “non solo durante la fase di disegno architetturale, ma anche nell’implementazione dell’infrastruttura trovando, ancora una volta, una grande sintonia tra i team e un’integrazione naturale tra le nostre tecnologie”.

I RISULTATI

Tempi di reazione minimi

Grazie alla scalabilità dell’architettura Nutanix e HPE, i nodi sono stati attivati in mezza giornata, eliminando qualsiasi soluzione di continuità che avrebbe potuto essere indotta dalla pandemia. In tutto, in un mese, sono state attivate circa 4mila utenze in smart working. Non solo, le prove tecniche hanno evidenziato come la nuova infrastruttura fosse addirittura più solida del previsto: “la robustezza del software Nutanix”, dice Mancini, “è emersa prepotentemente quando, in fase di rebuild di uno dei dischi abbiamo deciso di provare a spegnerne un secondo. Nessun dato è andato perso”.

Semplicità e intuitività

Tutto il processo evolutivo che ha portato l’ampliamento dell’infrastruttura iperconvergente, integrando le macchine HPE e il software Citrix con il sistema operativo Nutanix Acropolis e con l’hypervisor AHV, è avvenuto nel segno della più totale continuità e trasparenza tra tecnologie, con una collaborazione molto stretta tra brand. “La cooperazione con gli altri brand è stata per noi naturale e l’indipendenza dall’infrastruttura è uno dei nostri punti di forza”, dice Antonio Marotta, Enterprise Relationship Manager di Citrix, “i nostri clienti devono essere in grado di scegliere le tecnologie hardware che ritengono migliori”. “Lo spirito one-click di Nutanix”, dice Mancini, “dà veramente il senso della semplicità e della scalabilità raggiunti dalla loro tecnologia. Anche la sicurezza, un parametro fondamentale per noi, è ai massimi livelli: tutto è integrato nella console di gestione Prism, anche se il suo utilizzo attualmente è solo parziale”.

Numeri da capogiro

Oggi INAIL ha abilitato 4.300 utenti in modalità VDI, di cui circa 2.500 operano dalle sedi territoriali e 400 dalla Direzione Generale. L’infrastruttura orchestrata dalla tecnologia Nutanix gestisce senza problemi e in totale sicurezza circa 70mila sessioni attive al mese, con una durata media di quasi 4 ore.

IL FUTURO

Lo smartworking come nuova normalità

Accelerato dalla pandemia, il progetto di dotare la maggior parte dei dipendenti INAIL di strumenti sicuri ed efficaci per lo smart working continua, con l’obiettivo di dare ai 9mila utenti accesso a tutti i servizi che potevano utilizzare in ufficio. Ma il futuro non vedrà solo l’estensione degli endpoint, perché la coppia Nutanix-HPE ha ancora molto da dire: “abbiamo avuto modo di toccare con mano i vantaggi dell’hypervisor Nutanix”, dice Mancini, “e pensiamo possa essere una scelta vincente quella di estenderne l’utilizzo a tutta la nostra farm”.

Il cloud non spaventa, anzi

Nell’ottica di operare da Polo Strategico Nazionale, INAIL sta acquisendo carichi elaborativi di altri Enti, oltre a erogare da più di un anno i servizi del Ministero della Salute, e ha recentemente ampliato le sue capacità in termini di architetture hybrid cloud. “Sicuramente l’infrastruttura hardware andrà potenziata”, conclude Mancini, “e penso proseguiremo nella direzione di architetture convergenti e iperconvergenti, aperte anche al cloud pubblico. Già oggi la piattaforma è sì all’interno del nostro data center, ma è cloud ready”.