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L'Istituto Biochimico Italiano adotta l'iperconvergenza

La società ha puntato su Nutanix per semplificare l’infrastruttura IT, aumentando le prestazioni e mantenendo la data integrity necessaria per operare a livello mondiale nel settore farmaceutico

IL SETTORE

Farmaceutico

L’ESIGENZA

  • Semplificare l’infrastruttura IT
  • Ridurre gli spazi
  • Incrementare le performance
  • Preservare la data integrity

LA SOLUZIONE

Infrastruttura iperconvergente Nutanix

  • 1 cluster NX-1365
  • Tre nodi attivi
  • Acropolis e Hypervisor AHV
  • Prism
  • Xi Leap

IN PRINCIPIO ERANO LE VITAMINE

Il professor Giovanni Lorenzini, industriale di ampie vedute, fonda l’Istituto Biochimico Italiano nel 1918 con la convinzione che la scienza e la ricerca costituiscano le basi di un futuro migliore. L’attività iniziale era dedicata alla produzione di vitamine ed era svolta in due diverse sedi: lo stabilimento di Aprilia e di Milano. Da poco meno di vent’anni, l’azienda, che nel frattempo è rimasta saldamente in famiglia (l’attuale Presidente è Camilla Borghese, nipote del professor Lorenzini) si è specializzata nella produzione di penicilline sterili iniettabili. Ancora oggi, con 80 milioni di fatturato (la produzione è destinata per il 68% all’estero) e oltre 300 dipendenti, Istituto Biochimico Italiano si poggia su saldi valori etici e sul coraggio di sviluppare nuove idee, vantando inoltre una notevole presenza femminile: in azienda il 41% dei dipendenti è donna. Nel reparto IT sono impegnate sette persone (una si occupa in specifico di infrastrutture) e il data center è collocato nel perimetro del sito produttivo di Aprilia.

Nutanix ci dà sicurezza sia dal punto di vista della solidità delle soluzioni sia da quello del percorso di ricerca e innovazione, perché è un’azienda attenta ai progressi della tecnologia. Se emerge un’esigenza nella nostra azienda, di solito Nutanix l’ha già sperimentata e soddisfatta.

Valerio Volpe, IT Manager di Istituto Biochimico Italiano

IL PROBLEMA

A causa delle norme stringenti cui devono sottostare le imprese che operano nel settore farmaceutico, tutti gli elementi hardware e software dell’infrastruttura IT devono essere mappati e monitorati. “Ogni modifica o manutenzione al sistema”, racconta Valerio Volpe, IT Manager di Istituto Biochimico Italiano, “ha sempre richiesto un grande dispendio di tempo per generare la documentazione destinata agli organismi regolatori come FDA e AIFA”. L’Istituto decide così di semplificare e modernizzare l’infrastruttura, ricorrendo alla tecnologia iperconvergente, che avrebbe anche consentito di evitare l’ampliamento della sala CED, ormai satura di server e storage. ”Avevamo la necessità di sostituire le macchine ormai obsolete ma anche di liberare spazio prezioso per gli impianti di produzione”, prosegue Volpe, “visto che i 18 mila metri quadrati disponibili nel sito di Aprilia si stavano rapidamente esaurendo”.

LA SOLUZIONE

Dopo un’analisi approfondita delle soluzioni iperconvergenti presenti sul mercato, Istituto Biochimico Italiano sceglie di sposare la tecnologia Nutanix: “abbiamo optato per Nutanix”, dice Volpe, “perché era il brand con le migliori referenze, e perché abbiamo capito di avere di fronte persone competenti e disponibili”. I 15 server e lo storage presenti nel CED vengono quindi sostituiti da un solo cluster basato su hardware NX-1365 con tre nodi attivi, su cui poggiano l’hypervisor AHV e l’ambiente Prism. Grazie alla soluzione Xi Leap, inoltre, Istituto Biochimico ha implementato un nucleo di disaster recovery basato sulla availability zone disponibile in Italia e offerta in collaborazione con un importante Partner.

I VANTAGGI

Oltre ad aver recuperato spazio per gli impianti produttivi all’interno dello stabilimento e tagliato sensibilmente i costi energetici, la semplicità dell’infrastruttura iperconvergente e le funzionalità della console Prism hanno consentito a Istituto Biochimico di risparmiare sui costi di gestione e manutenzione, attività che oggi vengono effettuate da una sola persona, mentre prima era necessario ricorrere anche a una società esterna. Gli utenti finali riportano anche notevoli miglioramenti in termini di prestazioni rispetto alla situazione precedente. “I due terzi dei sistemi di produzione e l’ERP girano oggi sull’infrastruttura Nutanix, composta da circa 70 server virtuali”, racconta Volpe, “e la migrazione dalla vecchia architettura è stata rapida e indolore. Anche la centralizzazione della gestione delle licenze software sì è rivelata un grande vantaggio in termini di tempo risparmiato”.

IL FUTURO

“Un altro elemento che mi ha convinto della bontà della soluzione Nutanix”, dice Volpe, “è stato la semplificazione della gestione delle risorse in cloud attraverso un’unica console. Anche se a oggi le nostre risorse sono ancora tutte on-premise, il cloud rappresenta per noi un’opportunità che intendiamo sfruttare, magari gradualmente, nel prossimo futuro. Sempre in prospettiva, la business continuity, oggi implementata solo per i servizi più critici, sarà estesa ad altre funzioni in modo semplice, grazie alle soluzioni Nutanix”.